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Presso la sede centrale si trovano gli uffici di dirigenza, segreteria.

E’ anche sede del plesso della scuola Secondaria di primo grado “Ferruccio Dell’Orto”.

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La Scuola Secondaria di I° Grado di Brembate di Sopra è stata dedicata a Ferruccio dell'Orto nell'aprile del 1976, a seguito di una proposta del Preside di allora, Dott. Pezzinga, appoggiata dall'Amministrazione Comunale.
Ogni Scuola viene dedicata ad un personaggio, che dovrebbe in qualche modo essere esempio ed ispirazione culturale e morale per i ragazzi che la frequentano: di solito le Scuole Statali vengono dedicate a personaggi di rilevanza nazionale, come Dante Alighieri, Mazzini, Papa Giovanni XXIII, o a personaggi significativi per il territorio, come Gabriele Camozzi o Francesco Nullo a Bergamo, patrioti del Risorgimento cittadino.
Ferruccio dell' Orto non era in nessun modo legato a Brembate di Sopra, e non è stato un personaggio di rilevanza nazionale: ma allora perché questa dedica? Il Preside Pezzinga era amico di Salvo Parigi, partigiano e presidente dell'A.N.P.I. di Bergamo: da lui sentì raccontare la storia di Ferruccio dell' Orto e ne rimase colpito; in particolare lo commossero la generosità e il coraggio di questo ragazzo, che scelse di lavorare attivamente per gli ideali in cui credeva. Pensò che dedicargli la scuola significasse porre al centro dell'attenzione e del progetto educativo degli studenti di oggi quei valori di democrazia, giustizia, e libertà, per i quali Ferruccio dell' Orto, studente diciassettenne era morto.
Ma chi era Ferruccio dell' Orto? Abbiamo saputo qualcosa su Ferruccio dell' Orto da documenti dell' epoca, depositati presso l' Istituto Storico per la Resistenza e l' Età Contemporanea di Bergamo (I.S.R.E.C.), e dal racconto diretto della Signora Angelica Casile, una Partigiana che ha operato con lui in quegli anni. Ferruccio dell' Orto, figlio di Salvatore e Piera Ramella, era nato a Milano nel 1927.
All' inizio della guerra la sua famiglia si era trasferita a Bergamo, cittadina più tranquilla del capoluogo: qui Ferruccio si era iscritto all'Istituto Tecnico Commerciale e conduceva la sua normale vita da studente. Dopo l'occupazione nazifascista di Bergamo, avvenuta nel settembre del 1943, quasi per caso, aderisce alla S.A.P. (Squadra di Azione Patriottica) del Fronte della Gioventù, la squadra dei Partigiani più giovani, che operava in città con un distaccamento alla Dalmine. Ferruccio dell' Orto appartenne alla S.A.P. fin dalla nascita di quest'ultima, e dicono i documenti che, sebbene fosse il più giovane, era di esempio agli altri per coraggio e per spirito di iniziativa. Le azioni della squadra, suddivisa in G.A.P. (Gruppi di Azione Patriottica) di quattro o cinque persone, era quella di procurare armi, viveri e tutto quanto potesse servire ai gruppi partigiani che lottavano contro tedeschi e fascisti. Una delle prime azioni fu quando la Brigata entrò nella caserma delle guardie di finanza in via Matris Domini: dopo aver immobilizzato due sentinelle i partigiani si impadronirono di due casse di munizioni per moschetto, usciti dalla caserma attraversarono la città, portando a compimento la loro azione. La seconda azione fu effettuata alla fine di giugno, quando otto appartenenti alla "Ferruccio dell' Orto" entrarono nel comando delle guardie notturne e vi asportarono pistole, bombe a mano e un fucile. Seguì quella del novembre 1944, quando la brigata si recava in un'osteria di Dalmine, dove i ragazzi riuscirono non solo a disarmare ma anche a spogliare delle divise i fascisti, lasciandoli letteralmente in mutande, come ci ha spassosamente raccontato la Signora Casile.
L'ultima azione fu la sera dell' 8 febbraio 1945: in un gruppo di quattro o cinque ragazzi, tentarono di disarmare un fascista, ma questo chiamò aiuto, qualcuno intervenne e partì un colpo: i partigiani riuscirono a scappare, ma Ferruccio era ferito mortalmente. Non andò a nascondersi con gli altri, ma cercò di fuggire in un' altra direzione, forse per depistare gli inseguitori o forse anche (sentendosi morire) per cercare di raggiungere casa sua; in via Pignolo fu catturato e portato in caserma: interrogato, non rivelò i nomi e il nascondiglio dei suoi compagni, salvandoli così dalla cattura e dalla deportazione, morì poco dopo, a soli 17 anni.

La lapide collocata in Via Pignolo a Bergamo, dove Ferruccio dell'Orto venne catturato morente, e Copia della dichiarazione su Ferruccio dell'Orto rilasciata dal Comandante della SAP, Franco Nardari, il 24 luglio 1945, in cui si indicano in modo sintetico le circostanze della morte.